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PERCHE' NON MI CAPISCI?

Aggiornamento: 3 dic

“Sei stronz*”, “Mi fai arrabbiare”, “Non t’importa come mi sento”, “Non riesci a capire”… quante volte ci capita di dire frasi come queste in un momento di rabbia, tristezza o frustrazione?


Ed è normale, non perché sia giusto, ma perché nessuno ci insegna ad ascoltare cosa accade dentro di noi.


Facciamo un passo indietro e rileggiamo le frasi scritte sopra: cosa dicono davvero?

La risposta è “è una TUA responsabilità comprendermi”. Il focus è sempre su cosa l’altro dovrebbe o non dovrebbe fare, non su cosa emerge dentro di noi in quel momento. E spesso la discussione finisce con una chiusura difensiva.


Ok. Un bel respiro e proseguiamo.


Se imparassimo a dire “è una MIA responsabilità comprendermi”, cosa cambierebbe?


Molte arrabbiature non esisterebbero perché la rabbia in questi casi è volta ad "annientare" l’altro, nel tentativo di distruggere simbolicamente chi ci sta ferendo. È istinto, pancia, impulso e immaturità… ed è disfunzionale.


Le emozioni che emergono dentro di noi sono una bussola che guida i nostri comportamenti e ci aiuta a individuare i nostri bisogni emotivi.


Abbiamo tantissimi bisogni emotivi; possiamo riassumerli così:

Bisogno di sicurezza – sentirsi protetti, avere stabilità emotiva e fisica.

Bisogno di appartenenza e accettazione – essere riconosciuti come parte di un gruppo o di una relazione, sentirsi accolti.

Bisogno di autonomia e libertà – avere spazio per decidere, fare scelte personali senza pressioni.

Bisogno di riconoscimento e stima – essere valorizzati per chi siamo e ciò che facciamo.

Bisogno di amore e intimità – poter dare e ricevere affetto, condivisione profonda.

Bisogno di significato e scopo – sentire che la nostra vita e le nostre azioni hanno valore.

Bisogno di leggerezza – poter ridere, giocare, sentirsi spensierati.

Bisogno di integrità e autenticità – sentirsi coerenti con se stessi, poter esprimere chi siamo davvero.


In una relazione o in dinamiche interpersonali, molti conflitti derivano dal fatto che uno o entrambi i partner non sentono soddisfatti uno o più di questi bisogni, dando vita a conflitti estenuanti che distruggono, separano, allontanano, semplicemente perchè non sono consapevoli di ciò che sentono.


La sfida vera è cogliere anzitutto il proprio bisogno insoddisfatto e imparare a comunicarlo in modo chiaro e costruttivo.


Per esempio:

“Mi fai arrabbiare quando fai così” ➡️ “Sono arrabbiato/a” ➡️ “Non mi sento riconosciuto/a, visto/a, libero/a, accolto/a…” e così via.


Di fronte a una nostra reazione assertiva, l’interlocutore ha due strade: accogliere il bisogno o respingerlo.

Ed è proprio in quel momento che chi abbiamo di fronte si rivela: quanto è capace di stare con il mio bisogno? E quanto invece rispetta i suoi bisogni, creando uno scambio reciproco?

E per una relazione funzionale è indispensabile che i partner sappiano accogliere i propri bisogni e quelli dell’altro con rispetto, stima, reciprocità e cura.


Solo quando impariamo a riconoscere i nostri bisogni emotivi iniziamo a essere “centrati” (non in balia delle nostre reazioni emotive) e possiamo coltivare davvero autonomia emotiva, libertà, consapevolezza e muoverci nel mondo secondo ciò che ci fa stare bene, costruendo relazioni più autentiche e appaganti, anzitutto con noi stessi.



Senti il bisogno di iniziare a prendere consapevolezza delle tue dinamiche interori per avere più chiarezza rispetto a ciò che senti?

Partecipa al primo incontro dedicato alla Crescita Personale in cui parleremo di sofferenza, corpo, emozioni e dinamiche relazionale. Compila i campi a piè di pagina per partecipare.

L'ingresso è libero su prenotazione (posti limitati)


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Preferisci un percorso più mirato per

ascoltarti e superare situazioni che non ti fanno stare bene?



 
 
 

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