PERCHE' NON HO PIU' ENERGIA O ENTUSIASMO PER NULLA?
- Priscilla Cozzi
- 29 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 nov
Ci sono momenti in cui tutto diventa troppo. Ti alzi già stanco, anche se hai dormito. Ti sforzi di fare le cose “come sempre”, ma dentro senti un vuoto, una mancanza di spinta. Anche le attività che prima ti davano piacere — una passeggiata, un film, una chiacchierata — non ti accendono più. Ti chiedi cosa ti stia succedendo, e magari ti colpevolizzi perché “non hai motivi per sentirti così”.
Questa condizione ha un nome: burnout emotivo. È il risultato di un logorio profondo, spesso silenzioso, che nasce quando per troppo tempo ti sei adattato, controllato, o hai continuato a dare anche quando non avevi più riserve. Il corpo, a un certo punto, dice basta. Non è debolezza: è un segnale di protezione. Ti sta dicendo che non puoi più funzionare solo per dovere, senza nutrimento.
Così come un motore perennemente acceso a un certo punto entra in riserva (fino a esaurire la benzina), un corpo in uno stato costante di tensione interna prosciuga le sue energie, sino a sfinirsi.
Il burnout non è solo mentale: è corporeo. Si manifesta come tensione, insonnia, apatia, fatica a concentrarsi, irritabilità. È come se il sistema nervoso fosse in allarme continuo o, al contrario, in spegnimento. Per questo, la cura non parte dal “fare di più” o dal “pensare positivo”, ma dal rallentare e tornare a sentire. Imparare ad ascoltare il corpo — il respiro, il ritmo, i limiti — diventa la porta d’ingresso per ritrovare vitalità.
Quando ci sentiamo sopraffatti, è come se il corpo si chiudesse per difendersi. I muscoli si contraggono, il respiro si accorcia, la mente accelera. È una risposta naturale, ma se diventa cronica finisce per toglierci energia, lucidità e calma.
Lo sguardo della medicina tradizionale cinese
Secondo la medicina tradizionale cinese, lo stress è strettamente legato all’elemento Legno, associato al fegato e alla cistifellea.
Il fegato è l’organo che regola il libero fluire dell’energia (Qi) nel corpo. Quando siamo tesi, arrabbiati, frustrati o trattenuti, il Qi del fegato si blocca: ci sentiamo irritabili, rigidi, senza spazio di movimento — dentro e fuori.
Il Legno, per sua natura, ha bisogno di crescere, espandersi, muoversi. È l’energia della primavera, del cambiamento, dell’azione vitale.
Ecco perché il movimento è una delle medicine più potenti contro lo stress: aiuta il Qi a scorrere, libera le tensioni accumulate e riporta flessibilità al corpo e alla mente.
Quando il corpo si muove, anche la mente respira
Muoversi non significa solo scaricare lo stress, ma trasformarlo. Attraverso il respiro, l’allungamento e il movimento consapevole, il corpo ritrova la sua fluidità naturale.
Ogni gesto diventa un modo per sciogliere rigidità fisiche ed emotive, per lasciare che ciò che è rimasto bloccato torni a fluire.
Un passo concreto: lo Stretching Antistress
È proprio da questa visione che nasce il corso di Stretching Antistress, un percorso pensato per accompagnare corpo e mente verso un nuovo equilibrio.
Attraverso movimenti lenti, provenienti dalla bioenergetica, dallo stretching dei meridiani e dallo stretching tradizionale, accompagnandoci col respiro consapevole, impariamo a sciogliere le tensioni, riequilibrare l’energia del fegato e del corpo intero, e ritrovare uno stato di calma vitale.
Perché lo stress non si elimina “pensandoci di meno”, ma muovendoci meglio — nel corpo, nel respiro e nella vita.




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